iPad, iPhone, iDioti e siti web. Perchè non usare Adobe Flash nel web ?

Una delle limitazioni di iOS più sentite dagli utenti è la mancanza del Flash player.

Considerando dunque la crescita sempre più forte di dispotivi Apple come iPad e iPhone e l’ormai evidente noncuranza di Adobe nel fornire un player flash per questi dispositivi, diventa sempre più lecito chiedersi se ancora ha senso utilizzare questa tecnologia nello sviluppo di siti web.

Esistono diverse scuole di pensiero in proposito, alcune decisamente “forzate” in quanto alcuni webmaster usano solo ed esclusivamente Flash e rinnegare il loro strumento di lavoro significherebbe smettere di lavorare o quantomeno rimmettersi sui libri nello studio di tecnologie come XHTML, CSS, Ajax e i nuovi HTML5 e CSS3.

Vien subito da dire che Flash non è morto, si può ancora usare a patto di essere coscienti dei pro e dei contro che esso comporta e dunque ponderare coscientemente e intelligentemente l’utilizzo (e il modo di utilizzo) in base agli obiettivi che si vuol raggiungere.

A meno che non si vogliano ottenere effetti grafici strepitosi (Holliwoodiani oserei dire) ricchi di multimedialità audio e video, si può tranquillamente buttare Flash nel cestino e rimpiazzarlo elegantemente con l’html, i fogli di stile e qualche pizzico di AJAX.

Cioè permetterà di non perdere come target i potenziali visitatori che utilizzano i dispositivi di casa Apple e nello stesso tempo migliorare l’indicizzazione dai motori di ricerca rispetto ai poco indicizzabili siti flash.

Qualora non se ne possa proprio fare a meno invece l’ideale sarebbe quello di raddoppiare il budget per una doppia versione del sito web, una per i normali browser e una per i dispositivi che non dispongono di un player flash.

Tramite l’identificazione dell’user-agent del browser per via di linguaggi server side (Asp o PHP ad esempio) è possibile “dirottare” il navigatore verso un sito o l’altro a seconda del browser che si utilizza e dunque permettere la visualizzazione ad un parco utenza del 100%.

Noi facciamo valere la regola, se puoi evitare flash : evitalo.

Migrare server mail e caselle IMAP con Imapsync.

Può capitare di dover migrare per necessità proprie, caselle email o addirittura interi server mail che magari utilizzano formati di memorizzazione email diversi come Mailbox e Maildir, candidati incompatibili per una migrazione grezza spostando solamente i file da una cartella all’altra lavorando a livello filesystem, oppure semplicemente la volontà di voler migrare il contenuto di una casella mail (magari una di quelle gratuite come gmail, al nostro nuovo dominio).

La soluzione migliore, più professionale e performante è quella di utilizzare il tool IMAPSYNC che lavorando a riga di comando permette di effettuare una migrazione incrementale da casella A a casella B in modo del tutto indolore.

Questo tool recuperabile su http://freshmeat.net/projects/imapsync/ e disponibile per sistemi windows e Linux può essere installato con estrema semplicità tramite l’apt per i sistemi debian e derivati e yum per sistemi redhat derivati dopo aver aggiunto il repository Rpmforge alla configurazione di yum.

Il suo utilizzo è decisamente elementare: in pratica è necessario passargli i dati per collegarsi al server da cui copiare e poi quelli del server in cui vanno copiate le mail.
Questo un esempio di sintassi:

imapsync --host1 INDIRIZZO_SERVER1 --user1 UTENTE_1 --host2 INDIRIZZO_SERVER2 --user2 UTENTE_2 --authmech1 PLAIN --authmech2 PLAIN --noauthmd5 --ssl2

Ovviamente dovrete sostituire le parti in maiuscolo:

INDIRIZZO_SERVER1 e’ l’indirizzo IP o l’hostname del server numero 1
INDIRIZZO_SERVER2 e’ l’indirizzo IP o l’hostname del server numero 2
UTENTE_1 e’ l’utente sul server numero 1
UTENTE_2 e’ l’utente sul server numero 2

Lo script vi chiedera’ le password dei due utenti, dopodiche comincera’ la sincronizzazione.

Il parametro –ssl2 e’ necessario in quanto l’autenticazione PLAIN e’ solitamente permessa solo su canale criptato ssl.

imapsync ha il vantaggio di sincronizzare i server in maniera incrementale, i file gia’ sincronizzati non vengono piu’ spostati consentendo un minor tempo in caso di sincronizzazioni successive.

Tra le opzioni disponibili possiamo indicare se usare una connessione ssl, escudere messaggi troppo grossi o troppo vecchi e/o escudere intere directory.

Tuning e ottimizzazione server web linux. Quando il gioco si fa duro …

Quando il gioco si fa duro … i duri cominciano giocare” esclamava il buon John Belushi in Animal House.
Questa regola era validissima nei tempi passati in cui l’informatica era un terreno poco fertile, l’hardware aveva dei prezzi proibitivi e si era disposti a passare intere nottate in bianco per risparmiare 50k di RAM ottimizzando le routine più complesse direttamente in assembly.

Oggi il panorama è cambiato, l’hardware ha costi irrisori se paragonati a quelli dell’epoca e non c’è più tempo, capacità e voglia di ottimizzare : quando qualcosa non funziona bene si passa semplicemente ad hardware più potente. Quando la banda non basta più si compra più banda.

La convinzione ovvero che basti mettere mano al portafogli per risolvere tutti i problemi informatici del momento.

Questo è vero in alcuni casi ma rimane sempre una soluzione errata ed eticamente scorretta quando magari con un’ora di intelligente ottimizzazione si può incrementare le performance di oltre il 400%.
Il concetto è valido in particolar modo per i Webserver che sono spesso il risultato di sottocomponenti distinte (DBMS, Linguaggio lato server, Server web) su cui gira un sito internet che elabora dati e presenta contenuti multimediali al navigante.

Morale della favola : aspettate prima di montare un altro processore e quadruplicare la RAM, provate invece ad ottizzare le singole componenti software per rendere il sito web snello e scattante e in grado di sopravvivvere ad un traffico di centinaia di visite al secondo senza crashare.

Un buon modo di iniziare è sapere su cosa metter mano, ovvero ciò che il mercato offre nell’ambito di server LAMP, cosa installare e cosa ottimizzare per avere i miglior risultati possibili.

Innanzitutto vale sempre il metodo top-down, ovvero risolvere il problema scomponendo il problema in più sottoproblemi, ricordando in questo caso che l’inefficienza di ogni sottocomponente si ripercuoterà in modo incisivo sull’efficienza o meno dell’intero server. L’imperativo è dunque : evitare i colli di bottiglia.

Se ad esempio facciamo un uso massiccio di PHP, molti accessi concorrenti al Database con query complesse, utilizzo di CMS del calibro di Drupal, Joomla o WordPress e ci aspettiamo di riuscire a soddisfare una mole di richieste non indifferente bisogna seguire scrupolosamente i seguenti passi :

Scelta di un Hardware decente : ormai un server di fascia alta ce lo si può permettere per meno di 100 euro al mese. Configurazioni interessanti basate su intel i7 o addirittura Xeon, quad o six core, 12 giga o più in triple channel e dischi raid sata3.
Se si vuol essere performanti bisogna sempre fare una scelta a livello hardware adatta alle esigenze. Dischi SSD in RAID 1 sicuramente aumentano le performance diminuendo la latenza disco.
Se invece siamo nella condizione di avere un “macinino” e il nostro sito diventa sempre più popolare e non abbiamo voglia di migrare tutto su hardware più potente … ottimizziamo.
Qualunque siano i casi ottimizziamo a prescindere.

Web server : è ormai uno standard, lo danno installato di default con la nostra distribuzione Linux e ce lo teniamo come se fosse il miglior webserver del mondo. Apache esatto. Ottimo webserver facilmente ottimizzabile variando i parametri in httpd.conf.
Oppure possiamo optare per il meno conosciuto NGINX. Nginx si sta configurando sempre più chiaramente come una valida alternativa ad Apache: sembra infatti che, benchmark alla mano, Nginx risulti molto più leggero e performante del famoso rivale che spesso e volentieri soffre di memory leak i quali possono causare un consumo di memoria piuttosto “imbarazzante”. Se poi Nginx viene utilizzato in abbinamento con PHP FPM (FastCGI Process Manager), una versione di PHP ottimizzata per siti a traffico elevato, allora la differenza con la classica configurazione Apache+PHP diventa sensibile!

Database : normalmente ci si appoggia a MySQL come DBMS standard, più raramente a PostgreSQL. Database relazionali destinati alla realizzazione di progetti molto ambiziosi grazie a feature come integrità referenziale, stored procedure, stored function, viste, triggers, transazioni ACID.
Qualora il vostro sito non faccia uso di queste funzionalità optate per un DBMS senza queste funzioni ma più veloce e performante come ad esempio Drizzle.
Se siete pigri per passare a Drizzle e l’applicazione web (o sito) non ha una business logic complessa e non avete bisogno dell’integrità referenziale e tutte le altre belle cosucce elencate prima limitatevi a utilizzare tabelle MyISAM di MySQL piuttosto che le più complete ma meno performanti InnoDB.
A livello di progettazione Database vale la pena ricordare che una progettazione ad-hoc è fondamentale per una buona performance dell’intero progetto. Dunque ottimizzare i tipi di dato in uso nella creazione del database, le giuste tabelle, eliminare le ridondanze, fare un buon uso di indici, partizionare le tabelle, ma sopratutto ottimizzare le query SQL. A volte la performance di una query ottimizzata può essere di oltre il 1000 % (mille avete letto bene).
Una meticolosa analisi in ambito di progettazione a partire da uno schema E/R corretto è d’obbligo.
Vale la pena ricordare che un corretto tuning delle variabili d’ambiente in my.cnf (il file di configurazione di MySQL) può portare a vantaggi tangibili (spesso addirittura notevoli) sopratutto all’aumentare delle richieste concorrenti.

Script server side : diamo per scontato che programmiate in PHP e che dunque gli script siano scritti bene, o se magari non l’abbiate scritti voi che comunque siano performanti, o che comunque performanti o non performanti che siano non avete la possibilità o la capacità per modificarli.
E’ bene sapere che esistono degli opcode cacher per PHP come APC o eAccelerator che possono far risparmiare importanti risorse nella fase di fetching del codice php. Sarebbe complesso e decisamente lungo da spiegare nel dettaglio ma vi basti sapere che in media con l’adozione di tali strumenti (gratis oltretutto) le prestazioni aumentano da un 50% fino ad oltre il 400%.

Qualora intendiate dunque ottimizzare le performance del vostro sito web o vogliate consulenza per la realizzazione di siti web ad alto traffico, contattateci. Siamo in grado di metter mano ad ogni aspetto del vostro webserver e aumentare sensibilmente l’efficienza del vostro server benchmark alla mano.

Linux compie 20 anni. Buon compleanno Linux.

Linux (o GNU/Linux), è un sistema operativo libero di tipo Unix (o unix-like) costituito dall’integrazione del kernel Linux con elementi del sistema GNU e di altro software sviluppato e
distribuito con licenza GNU GPL o con altre licenze libere. Supporto da società come IBM, Sun Microsystems, Hewlett-Packard, Red Hat e Novell.

20 anni fa Linus Torvalds decise di condividere col mondo il suo sistema operativo embrionale. Poco dopo insieme a Richard Stallman creatore del progetto GNU, abbracciò la licenza GPL (GNU Public License).
Numerosi sviluppatori parteciparono al progetto contribuendo con la scrittura di codice e da allora  Linux è cresciuto ogni giorno di più.

Attualmente Linux viene utilizzato inconsapevolmente in molti aspetti della nostra vita quotidiana. Linux infatti è dentro i telefonini, dentro i bancomat, distributori automatici, elettrodomestici, apparecchiature medicali, GPS, Server,  ed è alla base di numerosissimi successi tra cui : Google, Facebook, Amazon, Twitter. Si può affermare che ogni volta che si naviga in rete inconsapevolmente si usa un servizio che gira su Linux.

Linux è anche un sistema operativo per server e fa funzionare i 10 supercomputer più veloci nel mondo.

Buon compleanno Linux.


 

Aggiornare da PHP 5.2 a PHP 5.3. Errori e non funziona pi

Un errore frequente negli ultimi mesi è quello di aggiornare incautamente da PHP 5.2 a PHP 5.3

Per quanto sia diritto e dovere di ogni sistemista che si rispetti, mantenere sempre aggiornato il proprio sistema, è sempre meglio informarsi sulle problematiche in cui si può incappare nell’aggiornamento di pacchetti software come il PHP, un vero e proprio linguaggio di programmazione web.

Ad essere onesti una parte della colpa andrebbe accollata agli sviluppatori di PHP che hanno creato confusione e svariati fraintendimenti in quanto si presupponeva a rigor di logica e buon senso che siccome l’upgrade da 5.1 a 5.2 non diede nessun problema di retrocompatibilità allora nemmeno l’aggiornamento a php 5.3 avrebbe dovuto darla.

Sarebbe stato inoltre saggio aspettare il rilascio del php 6 in ambiente di produzione, dato che php 5.3 è stato definito all’unanimità “una palestra per abituarsi prima di passare al 6“.

Addirittura alcuni panneli di controllo Point e click come Plesk proponevano l’aggiornamento automatico e con un paio di click si riusciva seriamente a compromettere il funzionamento degli script PHP non pienamente compatibili col 5.3

Fatto sta che in questa problematica sono incappati non solo novellini e sedicenti sistemisti ma anche serissimi hosting provider e sistemisti carrozzati con un decennio di esperienza su server linux.

Esistono tuttavia alcune soluzioni pratiche per ovviare al problema in base a diversi scenari, esperienza e sopratutto necessità.

In uno scenario di hosting condiviso ad esempio, laddove ci siano molti siti non compatibili con la nuova versione di PHP a causa delle funzioni deprecate, la soluzione migliore consiste nel fare un downgrade alla versione 5.2 dell’interprete PHP. Ovvero disinstallare tramite package manager (ad esempio apt, yum o yast) la versione del php 5.3 e i relativi moduli e installare nuovamente il php 5.2.

Nell’ipotesi invece che il server ospiti solo un paio di siti (magari gestiti dallo stesso cliente) è possibile valutare qualora usasse piattaforme di pubblicazione contenuti o ecommerce (come ad esempio: Joomla, Drupal, Zencart, Magento, Prestashop, WordPress, ecc…) la possibilità di aggiornare la piattaforma del CMS all’ultima versione che potrebbe essere compatibile col nuovo PHP 5.3. A titolo puramente informativo con Zencart funziona perfettamente.

Nella più remota ipotesi invece che si possa mettere mano al codice PHP (l’abbiamo scritto noi, il cliente è daccordo o magari il cliente stesso vuole aggiornare la compatibilità al 5.3) non rimane altro che armarsi di pazienza e correggere gli script rimpiazzando le funzioni deprecate. Un valido aiuto è quello di abilitare il logging degli errori e dei warning PHP nonchè di verificare i vari errori nel file error.log di apache.
Sicuramente la via più ardua e meno percorribile ma sicuramente la via più indicata se lungimiranti ad un ulteriore passaggio a PHP 6.

Si ricorda che forniamo assistenza sistemistica e siamo in grado di risolvere questa problematica in tempi e costi decisamente interessanti e competitivi.

Contattateci subito.

Correggere `ereg is deprecated` in PHP 5.3

Se avete aggiornato a PHP 5.3 troverete probabilmente alcuni messaggi di warning riguardanti le funzioni deprecate.

Ad esempio la famiglia delle funzioni ereg sono state sostituite con le compatibili Perl preg.

Per migrare ereg():

ereg('\.([^\.]*$)', $this->file_src_name, $extension);

diventerà

preg_match('/\.([^\.]*$)/', $this->file_src_name, $extension);

Per migrare ereg_replace():

$this->file_dst_name_body = ereg_replace('[^A-Za-z0-9_]', '', $this->file_dst_name_body);

diventerà

$this->file_dst_name_body = preg_replace('/[^A-Za-z0-9_]/', '', $this->file_dst_name_body);

CMS : Quando utilizzare un Content Management System è sconsigliato ?

La moda degli ultimi 7 anni è stata caratterizzata dall’uso e abuso dei CMS.

Tra i vari effetti positivi che abbiamo visto c’è stata l’enorme produzione di blog, siti web, e community (anche di un certo spessore).
La realizzazione di progetti di una certa complessità non sarebbe stata infatti possibile in un ipotetico mondo senza CMS a patto di non investire moltissimo tempo e denaro nello sviluppo di una soluzione ad-hoc.

L’utilizzo di queste piattaforme invece (citando tra più famose: WordPress, Joomla, Drupal) ha permesso tramite un approccio stile LEGO (tanti piccoli mattoncini da montare insieme) di assemblare in tempi record e a basso costo progetti decisamente ambiziosi spesso corredati di feature non banali come forum, galleria immagini, e gestione community (basti pensare al fantastico Community Builder per Joomla).

Inoltre la possibilità di “assemblare” graficamente i vari componenti del CMS ha permesso la creazione di siti web completi (e spesso complessi) anche a coloro che non avevano la competenza necessaria in materia di programmazione per creare da zero qualcosa di vagamente utile per soddisfare le proprie esigenze.

Oltre all’uso corretto dei CMS, non si è potuto far a meno di osservare un abuso sempre crescente nell’utilizzo dei CMS anche per progetti banali che addirittura avrebbero potuto esser realizzati tramite pagine statiche o nei casi peggiori con un po’ di php e mysql.

In molti casi l’impiego di un CMS può non essere la soluzione ottimale né per il cliente né per l’agenzia.

Elenchiamo dunque alcuni degli aspetti da tener in considerazione quando si intende scegliere un CMS per la realizzazione di un sito web.

  • Scarsa malleabilità : un CMS per quanto possa essere malleabile e configurabile non sarà mai in grado di soddisfare ogni nostra esigenza nel modo in cui lo riteniamo opportuno. Si finisce dunque per rinunciare a parte delle nostre esigenze e a piegarci nei confronti del CMS piuttosto che piegare il CMS alla nostra volontà.
  • Sovradimensionamento : è inutile usare una Ferrari SOLO per fare 500 metri di strada e andare al supermercato. Un CMS normalmente di default offre una serie di funzionalità esageratamente vaste. Sarebbe dunque inopportuno, dispendioso e concettualmente errato, installare un CMS solo ed esclusivamente per gestire una sezione news dinamica o una banalissima galleria di immagini.
  • Istruzioni d’uso e curca di apprendimento: consegnare un CMS ad un cliente ed istruirlo all’uso per quelle 2 o 3 operazioni quotidiane non è sempre semplice e banale. Nonostante l’apparente semplicità, i diversi Content Management System richiedono comunque una buona dose di pratica da parte dell’utente finale. In caso di difficoltà da parte di quest’ultimo può capitare quindi che venga contattato il fornitore che, a seconda dei casi, spiega le procedure corrette oppure provvede direttamente alla modifica o all’inserimento dei contenuti. E’ superfluo sottolineare che, in entrambe i casi, viene meno uno dei principali vantaggi per i quali è stato pensato il CMS.
  • Prestazioni : e’ inutile usare un CMS per presentare contenuti statici. Un CMS di default si basa su linguaggi di scripting server side (ad esempio PHP) che recupera i contenuti da un Database (ad esempio MySQL). Tutto ciò comporta un enorme consumo di risorse (CPU, RAM, latenza I/O) e sicuramente in un sito con molto traffico può portare a rallentamenti notevoli e ad un’esperienza di navigazione sicuramente non soddisfacente.
  • Manutenzione : la manutenzione di un CMS spesso è a dir poco complessa e dispendiosa. Pensiamo ad esempio di dover migrare una community creata su Joomla ramo 1.0 alla 1.5 e dopo un anno scarso alla 1.6 (nuovo ramo non compatibile con la 1.5). Operazioni complessissime. Niente migrazioni native che possano funzionare al primo colpo se non con una buona dose di pazienza e perseveranza (e molto denaro da investire sull’esperto che curerà la migrazione). Incompatibilità totali tra moduli e template con le nuove release fanno di alcuni CMS la scelta peggiore per siti che ambiscono a non “morire” entro un paio di anni.

Considerazioni finali

La scelta dello strumento adatto alla realizzazione di un’idea è sempre un passaggio delicato all’interno di un progetto web. La Rete è inoltre piena di discussioni e guerre di religione tra i sostenitori di questo o di quel CMS.

A mio avviso invece è utile fare un passo indietro e valutare, in prima istanza, se vale la pena adottare uno tra i CMS che offre il mercato. Il rischio infatti è quello di lasciarsi tentare da una strada in discesa che rende veloce e rapido l’avvio di un progetto ma che, in futuro, può tramutarsi in un ripido e tortuoso sentiero di montagna.

E’ quindi opportuno valutare e tenere sempre presenti:

  1. le reali esigenze del cliente;
  2. la struttura organizzativa del cliente, le competenze e le risorse che è disposto ad impiegare per la gestione del sito;
  3. l’importanza di ridurre il più possibile la complessità;

 

Fatta a tavolino una buona analisi, valutando risorse disponibili ed aspettative si può finalmente scegliere quale strategia usare per la realizzazione di un sito graficamente piacevole, funzionale e mantenibile nel tempo.

Perchè scegliere un sito web con un pannello di controllo ?

Spesso ci capita di sentire storie di clienti insoddisfatti del servizio dell’ex web master o web agency. “Passava troppo tempo prima che apportassero le modifiche richieste”, “Non riuscivo ad ottenere risposte per email prima di qualche giorno” o ancora “Sono sempre troppo impegnati e non possono dedicarmi del tempo quando è necessario per la mia attività”.

Per un web designer, web master, web agency o per qualsiasi altra figura professionale alla quale vi siete rivolti per curare il vostro sito web, è difficile e scomodo accontentare tutte le richieste di un giro di clienti più o meno grande e in poco tempo. Il più delle volte le modifiche riguardano aggiornamenti di prodotti nel listino, di descrizioni, di refusi o cambio di fotografie e immagini. Tutti questi interventi e altri ancora sono gestibili direttamente da voi se corredate il vostro sito di un pannello di amministrazione.

Quali sono i vantaggi di avere un sito internet con pannello di controllo? e quali sono i costi aggiuntivi?

  • NESSUN BISOGNO DI ESSERE ESPERTI DI PC E INTERNET. I pannelli di controllo sono sempre più user friendly, facili quindi da utilizzare perchè studiati appositamente per categorie di utenti sempre più varie. L’unica competenza richiesta è saper scrivere con un editor di testo come potrebbe essere il vostro MS Word.
  • ABBATTIMENTO DEI COSTI DI MANUTENZIONE. Pur trattandosi di interventi spesso semplici per un web master, avere qualcuno sempre disponibile per aggiornare in tempo reale i contenuti del tuo sito è altamente dispendioso. Con un pannello di controllo puoi gestire in modo autonomo tutti i contenuti che servono per un aggiornamento frequente senza disturbare il tuo conto in banca.
  • IL TEMPO E’ DENARO DAL 1736, anno in cui comparve per la prima volta questo detto su una pubblicazione di Benjamin Franklin. Vi renderete ben presto conto che risparmierete buona parte del tempo che avreste utilizzato per scrivere l’email con le modifiche da apportare. Capita spesso poi che ci si dimentichi di qualcosa e si debba scriverne una seconda, a volte una terza e a distanza di giorni. Senza contare il tempo che passa tra una risposta e l’altra via email per chiarimenti vari tra cliente e fornitore del servizio. Se state già pensando che sarebbe molto più facile fare una telefonata, la risposta è si! Sia che usiate skype, telefono o cellulare sicuramente il rapporto è molto più diretto, ma è anche vero che la maggior parte delle volte la disponibilità di stare al telefono è poca da entrambe le parti e non potete permettervi di utilizzare un’ora del vostro tempo per spiegare tutto. Sareste comunque costretti a dover inviare un’email per informazioni più dettagliate.
  • AGGIORNARE IN QUALSIASI MOMENTO DEL GIORNO E DELLA NOTTE. Con un pannello di amministrazione personale potrete in qualsiasi momento apportare le modifiche che desiderate, disponendo semplicemente di una connessione internet e di un computer senza troppe pretese. Può succedere che per esigenze particolari o semplicemente durante i giorni festivi abbiate bisogno di inserire news durante orari di chiusura dell’agenzia della quale siete clienti.
  • AUMENTO DEI GUADAGNI. Essere attivi sul web inserendo costantemente contenuti nuovi al vostro sito migliorerà la reputazione della vostra attività e quindi i vostri profitti. Gli utenti di internet diffidano infatti di siti poco aggiornati e poveri graficamente e scelgono invece aziende molto più attive nel mercato online. Oggi esistono talmente tanti siti internet che è facile trovarne altri che ispirano maggior fiducia.
  • MIGLIORE POSIZIONAMENTO SUI MOTORI DI RICERCA. Sentirsi liberi di inserire in qualsiasi momento contenuti e news nel vostro sito vi porterà inevitabilmente a scrivere di più. Questo aumenterà l’indicizzazione sui motori di ricerca, che valuteranno il vostro sito più affidabile perchè pieno di informazioni sul vostro settore. Inutile ripetere che tutto ciò incrementerà notevolmente i vostri guadagni.

5 pagine web tagliate fine e 3 etti di indicizzazione. Venghino signori, venghino !

Il web è diventato una macelleria ormai. Sopratutto in Italia.
Colpa della crisi, colpa dell’ignoranza, colpa della disoccupazione, ci si trova ormai in balia di strani individui che vendono sogni un tanto all’etto. Manco fossimo in macelleria.

In un offerta comparsa su Cinkue.com (sito di offerta servizi) Mariarita scrive :

posso creare siti web e blog con spazio e dominio gratuiti..per 10 euro cad. con consegna in giornata e provvedere anche al loro aggiornamento..il prezzo indicato si riferisce solo alla creazione del sito o del blog con inserimento base di materiali personali..contattatemi pure per maggiori informazioni. grazie

Simonedesign scrive invece : “Posso Realizzare Siti Internet per 200 €“.

Nella piccola/media azienda italiana purtroppo è raro trovare personale specifico nella cura dell’immagine aziendale e questo delicato compito viene solitamente ricoperto dal classico imprenditore (solitamente il titolare dell’azienda) che per forza di causa si affida al primo sedicente smanettone o peggio ancora al cugino del fratello dell’amico di infanzia che sa fare i siti UEB.

Gente perlopiù improvvisata, priva di ogni conoscenza teorica e pratica per produrre risultati tangibili.

Il cliente si ritrova dunque con un sito privo del gusto estetico, delle funzionalità desiderate, dell’usabilità.

Invece di creare un valore aggiunto alla sua attività si da una bella zappata sui piedi da solo presentando ai suoi visitatori o potenziali clienti un prodotto amatoriale non all’altezza delle sue aspettative e quelle dei suoi clienti.

Ricordiamo sempre che un sito Web non è fine a sè stesso, ma bensì è un mezzo che ha lo scopo di raggiungere obiettivi.
Vendere prodotti, acquisire utenti, far conoscere la propria azienda, dare un’immagine di sè all’altezza delle aspettative del cliente.

Un professionista serio che si rispetti non parla mai di prezzi e di costi fino a quando non si rende conto del tempo necessario a soddisfare le esigenze del cliente.

Il primo passo dunque è capire il cliente e le sue esigenze.

Ha le idee chiare di ciò che vuole ? In quale contesto lavorativo rientra ? Qual’è il fine del sito ? Chi sono i suoi concorrenti ? Ecc…
Per questo motivo un buon modo per conoscere il cliente è quello di proporre un questionario conoscitivo (brief) di circa 12 pagine in cui potremmo avere un’idea trasparente ed esaustiva di ciò che il cliente fa nella sua vita, le sue ambizioni professionali, la struttura aziendale, i prodotti ed i servizi da lui offerti, i principali concorrenti, ecc…

Successivamente un “breve” (solitamente dalle 2 alle 4 ore) colloquio con il cliente discuteremo il brief (già precedentemente analizzato) ed esporremo i nostri consigli e suggerimenti al fine di guidare il cliente verso la rotta per il successo, onde evitare naufragi nella realizzazione del progetto.

Questo è solo l’inizio per iniziare un progetto web di successo, in cui l’investimento iniziale darà sicuramente buoni frutti e non saranno soldi buttati con sedicenti Guru del web della domenica.

I costi saranno OVVIAMENTE superiori da quelli del ragazzino di turno in quanto difficilmente un prodotto di successo impiega meno di 3 settimane lavorative, ma in fondo anche Roma non è stata costruita in un giorno.